eugenio percossi

Usando vari medium, Percossi muove da uno stringente bisogno di indagare la naturale quanto inutile lotta per l’esistenza,analizzare le illusioni umane per poi ridurle a brandelli. Guidato dal proprio imperante bisogno di uomo che, da ateo con una forte cultura cattolica, cerca di capire se c’è un senso nella vita.
Nel video “Azione naturale” è lampante il rimando alla performance”Azione sentimentale” di Gina Pane, tenutasi nel 1973 alla galleria Diaframma di Milano, di cui abbiamo testimonianza fotografica.
Figura epica della body art, in questa performance Gina Pane regge due mazzi di rose, uno di rose rosse, l’altro di rose bianche, e inizia con ritualità a staccare le spine e a conficcarsele nel braccio.
In “Azione naturale” Percossi partendo dal presupposto che non c’è forma di vita al mondo che non possa vivere senza la morte di un altra,mette a confronto due figure umane, che idealmente potrebbero essere qualsiasi altra forma vivente, anche un doppio dello stesso artista.
A turno ognuno infila nel braccio dell’altro le spine di rosa. Ma non ci sono rose in “Azione naturale”, rimangono solo le spine, che simboleggiano il dolore, la sofferenza che è insita nello stesso concetto di esistenza. Ogni essere vivente procura dolore a un altro essere, quando non a sé stesso, procurandosi dolore-male-. La natura è tanto bella quanto aggressiva, noi stupidamente cerchiamo di domarla togliendo le spine ma le rose ricresceranno assieme alle spine
Spine che richiamano l’idea della sofferenza che naturalmente è nel circuito dell’esistenza, come la morte e l’ostinata pretesa dell’uomo di anelare all’infinito.
L’effige del giardino perfetto racchiude in sé già l’idea di dolore e fatica, tagliare rami, potare,curare i fiori, cercare di mantenerli entro una forma, una sorta di costrizione e violenza verso la natura che in automatico si ribella.
Non è né madre premurosa né matrigna crudele, la natura procede nel flusso che coinvolge tutti gli esseri viventi. Da questo parte anche il video “Losers”,nel quale scorrono lentamente per 10 minuti i nomi latini di diverse specie animali in via di estinzione,un lavoro che lo stesso artista definisce come “un monumento alla fragilità dell’esistenza”.

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